La leader del governo si è recata ancora a Tunisi con Ursula von der Leyen per dibattere sulla questione migranti.
Domenica scorsa, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è tornata in Tunisia per un secondo colloquio coi principali leader politici tunisini. Questo si è verificato poco meno di una settimana dopo la sua ultima visita ufficiale. Meloni era accompagnata dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e dal primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte. Il presidente autoritario Kais Saied era tra i leader politici tunisini che hanno partecipato alla riunione.
Questione migranti: Saied non accetta dei “diktat”
Meloni, Von der Leyen e Rutte hanno proposto al governo tunisino un aiuto finanziario di circa 1miliardo di euro. Questi si aggiungerebbero al prestito di 2 miliardi di euro richiesto dalla Tunisia al Fondo Monetario Internazionale per risolvere le difficoltà economiche e sociali del paese. In cambio del sostegno finanziario, l’Unione Europea ha richiesto alla Tunisia di attuare le riforme richieste dal FMI e di collaborare maggiormente nel contrastare l’immigrazione irregolare e le partenze di migranti e richiedenti asilo che tentano di raggiungere l’Italia via mare.
L’esito della missione sembra non essere stato positivo. Infatti, è stato annunciato un nuovo incontro tra il governo tunisino e la Commissione Europea per preparare un documento, il memorandum of understanding, che vincoli gli aiuti europei a precisi impegni da parte della Tunisia.
Non ci sono stati dettagliati commenti dalla Tunisia sulla riunione. Tuttavia, secondo i media tunisini che hanno riportato la conversazione con i leader europei, Saied ha ribadito di non avere intenzione di accettare le condizioni imposte dall’FMI. Egli ha descritto tali condizioni come un “diktat.”
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La situazione economica della Tunisia
Da diversi anni la Tunisia sta affrontando gravi difficoltà economiche. Il PIL non cresce, la disoccupazione raggiunge il 15%. Le preoccupazioni maggiori si concentrano sul 2024, quando lo Stato rischierebbe di esaurire le proprie riserve finanziarie, stimate intorno ai 7 miliardi di euro, come ha rivelato l’economista Aram Belhadj in un’intervista al giornale Repubblica.
Il Fondo Monetario Internazionale ha proposto al presidente Saied un prestito agevolato di circa 2 miliardi di euro. In cambio, ha chiesto la privatizzazione di alcune società statali e la soppressione dei sussidi per l’acquisto di farina e carburante. Al momento, questa proposta è stata respinta dal presidente Saied, che ha giudicato le condizioni dell’FMI troppo impopolari.
L’Unione Europea ha offerto aiuti finanziari a Tunisi tramite un prestito a tassi favorevoli di 900 milioni di euro, da restituire in diverse rate nei prossimi anni. Inoltre, ha concesso due contributi a fondo perduto. Uno di 150 milioni, un supporto al bilancio nazionale, e l’altro di 100 milioni per impedire le partenze di imbarcazioni di migranti. Quest’ultimo andrebbe alle autorità tunisine che controllano le frontiere.